05/11/13

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Concorso Enel #Guerrieri, le storie di tre mamme-guerriere: “ileniac74”, “mamma” e “elid74”

Chi può incarnare meglio di una mamma il senso della parola #guerrieri, scelta per identificare la nuova campagna istituzionale dell’Enel? Fra le oltre 1.500 storie di lotta quotidiana pubblicate sul blog dell'azienda italiana dai Guerrieri Enel, nata per portare alla luce le sfide che ogni giorno milioni di italiani affrontano senza mai mollare, ci sono in effetti molti racconti di donne in attesa e madri di famiglia. Donne di tutte le età, sposate o divorziate, che ogni giorno si barcamenano tra il lavoro, la cura dei figli e le faccende domestiche, sempre col sorriso sulle labbra.

È il caso, ad esempio, di “ileniac74”, mamma-guerriera rientrata fra i 100 finalisti che parteciperanno all’estrazione di cinque biciclette elettriche del concorso Enel Guerrieri: sempre pronta a mettersi in gioco e a rimboccarsi le maniche pur di non far mancar nulla ai figli, “ileniac74” trae la forza dalla sua famiglia, composta da guerrieri che disposti a tendersi la mano anche dopo i peggiori litigi.

Anche di fronte alle più temibili disgrazie, come quelle che hanno caratterizzato la vita di “mamma” – un’altra fra i guerrieri Enel – la famiglia e il sorriso sono le armi più forti per ‘spiazzare’ tutti coloro che provano compassione per qualcuno che vive una situazione problematica o credono che da quella condizione di dolore non si possa uscire.

«La mia famiglia ha sempre combattuto – scrive “mamma” – mio papà mi dice sempre che siamo dei guerrieri per tutte le battaglie che abbiamo combattuto, cominciando proprio da lui che ha sconfitto la poliomielite, è rimasto orfano ed è cresciuto in collegio. Ecco io ho imparato da mio padre a rialzarmi sempre e comunque: ho combattuto tante volte, ho perso ma mi sono sempre rialzata, ho visto il mio primo figlio con le convulsioni febbrili e il secondo andare in coma per un attacco ipoglicemico. Io ho avuto un attacco ischemico, ho divorziato, ho imparato che la mia vita non sarà facile, soprattutto ho imparato a non arrendermi».

E poi ci sono le quasi-mamme-guerriere come “elid74”, che combattono ogni giorno e per anni per tentare di ottenere l’adozione scontrandosi con la burocrazia, i medici, il tempo, la penuria di informazioni, i disguidi, la poca sensibilità delle persone e il disinteresse dello Stato. Solo grazie al sostegno di amiche, colleghe di lavoro, familiari e soprattutto altre mamme diventa più semplice superare la paura che accomuna tutte le genitrici, in particolare quelle che fanno richiesta di adozione: «Paura di non essere capace di ‘gestire l'attesa’ – scrive “elid74” – Paura che un giorno o l'altro mi chiamino e mi dicano che il Paese che ho scelto ‘ha chiuso’ e che devi ricominciare tutto da capo. Paura che il bimbo o la bimba non voglia ‘adottare noi’ come suoi genitori. E tanta paura di non essere capace di capire le sofferenze che mio figlio o mia figlia avranno già passato e avere così la pazienza di aiutarli nel loro cammino di ‘ricostruzione’. Affrontarle non sempre è facile ma bisogna – aggiunge – In qualche piccolo cassetto laggiù in fondo è necessario trovare la forza per attendere e per pensare positivo: perché poi, come dicono già tante mamme adottive, quando vedi il sorriso nei suoi occhi passa tutto».

Ecco che, allora, prendendo in prestito le parole di questa mamma adottiva, la piattaforma di storytelling su cui hanno trovato spazio queste e tante altre storie diventa «una grande famiglia, una nuova famiglia dove persone davvero diverse tra loro, con vite che probabilmente mai si sarebbero incrociate diventano» l’una per l’altra punto di riferimento quotidiano e fonte di speranza nell’attesa che qualcosa cambi in meglio per tutti.

Data di pubblicazione: 05/11/2013

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